mercoledì 20 marzo 2013

Comicità, politica e religione...

Un semplice post di segnalazione.
Segnalazione che può far pensare.
Non riguarda solo il fumetto, riguarda la comicità.
La comicità è stata, alle origini, la base del fumetto. Dalle prime storie ancora non considerate "comics" ai primi balloons. Poi, mentre i ragazzini terribili facevano ridere piccoli e grandi sono arrivati personaggi più sognanti e poi l'avventura.
Per dire insomma che la comicità è alla base di tanto fumetto e anche di tanta comunicazione di massa.
E la comicità può essere aggressiva, politica e dirompente... o tranquilizzante.

Ho trovato a pochi minuti di distanza due post interessanti, che hanno in comune la comicità.
Uno parla di fumetto e religione, l'altro di politica.
Aggiungere qualcosa mi pare inutile.
Leggeteli.
Fumettologicamente (Matteo Stefanelli)
Volare è potare (Francesco Lanza)
Non penso portino verità assolute, ma certamente ci fanno aprire gli occhi sul mondo in cui viviamo. Dove essere contro è facile e spesso si risolve in piccoli post o in tuit, dove spesso perdiamo il senso della proporzione e la nostra misura o quella degli altri. E la comicità è un'arma potente.

Ecco, aggiungo solo questo.
La comicità, l'ironia più dirompente è quella che vede se stessi travolti dal gioco (auto)ironico, come ha fatto Makkox, come fa soprattutto Zerocalcare (che, tra parentesi, torna su il Romoletto con un'anteprima).
Posto però questa vignetta di Altan, adatta a quanto detto in queste righe.

Penso dovremmo armarci di autoironia, che è una formadi autocritica, utile sia nel fumetto che nella politica e dunque nella vita.

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