domenica 21 aprile 2013

Il fumetto in prigione

Il post doveva farvi vedere un po' di Barcelona, ma ho tardato e ora c'è un'urgenza grave e dolorosa.

La notizia è ufficiale: «Magdy El Shafee il fumettista egiziano, già processato ai tempi di Mubarak per la sua graphic novel "Metro", è stato arrestato ieri vicino Ramsis street, durante una dimostrazione contro il  presidente Morsi. Magdy non ha subito violenza, è già stato interrogato e sarà processato domani». 
Su facebook l'appello: «Per favore, chiamata l'ambasciata egiziana a Washington o l'ambasciata egiziana più vicina a voi» (x Roma: AMBASCIATA EGIZIANA A ROMA
Telefono: 06 8440191 - Fax: 06 8554424, 06 85301175)

E-mail: ambegitto@pelagus.it
. La notizia l'ha diffusa Alino, del Comicon, su twitter.


Ho conosciuto personalmente Magdy due anni fa, era maggio ed eravamo in tanti a Procida per un bel convegno sul fumetto, curato dall'Univerità Orientale di Napoli. 
Lo intervistai, e l'intervista uscì su uno degli ultimi dnumeri di ANIMAls, la rivista che avevo creata e diretto per due anni. Un uomo intelligente e tranquillo. Un autore di fumetti che unisce la narrazione avventuros, la fiction, la creazione di storie, alla rappresntazione di una realtà contemporanea. 
Ho particoarmente apprezzato per questo il suo graphic novel, Metro, che non ripeteva solo un'analisi storica o politica, ma fa entrare molto meglio nella mentalità del Paese, raccontando la storia, un'avventura contemporanea e credibile, ma "fumettosa" di perosnaggi giovani dell'attuale Egitto.
E attendo un suo nuovo graphic novel, una sua nuova opera che, con la leggerezza di un lettore che ha letto tanto fumetto americano, supereroico e anche quello più letteriario come Corto Maltese, mi dicesse anche questo nuovo Egitto ancor in rivolgimento. Dove oggi sembrano cadere le speranze della rivoluzione con twitter, con questo arresto.
Pubblichiamo qui la bella intervista che ci ha rislaciato Magdy due anni fa, ma l'appello è d'obbligo, dobbiamo fare qualcosa, non permettere un'ingiustizia  ela libertà di Magdy deve valere per tanti altri che sono anonimi, non sono autori di fumetti, ma subiscono la stessa ingiustizia.

(ricordo a chi si vuole leggere l'intervista, che cliccando ull'immagine essa appare ingrandita e molto leggibile)


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