lunedì 30 dicembre 2013

L'anno che se ne va

Non vi dirò le 10 più belle copertine o storie o graphic novel o quant'altro (anche se con il Dottor Oss ci siamo finiti in più di una bella classifica).
Gli anni che finiscono (per finta, che siamo in un continuum temporale, si sa, e semmai l'anno ha un ciclo settembrino per noi), gli anni che finiscono servono a vedere davanti a noi. Guardarsi alle spalle è solo esperienza, indietro non si torna, magari  ci si ferma  e si butta un occhio, per sapere dove siamo, e poi si prosegue.
E poi è dalle elementari che odio i primi della classe, le gare e le classifiche.


Dunque vediamo invece che cosa ci dice una passeggiata banca, mercato, bar, negozio casalinghi, edicola  la mattina del 30 dicembre.

Casuale.
La banca nulla, solo un piccolo versamento per ComicOut che riesce, con grandi sacrifici, a far quadrare i conti, più o meno.
Mercato, si spende poco, che mica facciamo feste pazze da capodanno...
Infatti ecco che al baretto di quartiere, la cliente amica della vecchia signora alla cassa racconta che passerà il veglione al Bingo (e io subito ho il flash su L'ultimo terrestre, il film di Gipi). Spiega che è sola (forse i figli lontani, lei avrà forse 50 anni) ci va con 50 euro da giocare e lì la cena è gratis. Poi a un quarto a mezzanotte mettono musica e si festeggia. Dice che il Bingo è pieno, e stringe le dita a mazzetto.
E persino mi verrebbe voglia di andarci, per capire l''umanità che frequento di striscio.
Negozio detersivi e casalinghi, il ragazzo indiano che lo gestisce ha capelli rasta ed è una seconda generazione, vera, sia come uso delle parole che come modi. E questo è un dato di fatto, qualcosa che non vogliamo ancora capire a fondo. L'immigrazione è da una parte gente che arriva se non muore in barche e camion, per sopravvivere meglio che in patria, e che dobbiamo imparare ad accogliere, dall'altra nuove persone di origini diverse che renderanno variegata e la nostra società in evoluzione. E per questo se andate a Parigi vedetevi la mostra sui fumetti e l'immigrazione, o regalatevi per la befana  L'Approdo di Shaun Tan.
Questa e l'immagine di apertura sono tratte da L'Approdo

Ultima tappa l'edicola.
Anche il signore (50enne e passa) prima di me, si compra, assieme al «Corriere», l'ultimo Dylan Dog (che leggerò con piacere, quantomeno per i disegni di Mari). E nel frattempo l'edicolante pubblicizza il mio «Internazionale» che ha pure il calendario e sempre ha valore sociale. L'altro acquirente però esce.


Così chiedo all'edicolante se DD ha avuto un piccolo aumento di vendite. Dice che tutto, TUTTO, nell'ultimo hanno si è dimezzato.
Ma, insisto, da settembre qualche numero in più? La risposta è vaga, e vendite variano da quanto la gente ha in tasca, vorrebbero pure comprare di più, ma poi devono scegliere e rinunciare. Questione di soldi.
A parte un commento su quanto costi una birretta rispetto a un DD o ad altro, gli racconto (perché la sua edicola lo vendeva bene, lo so, è a San Lorenzo) che sono quella che faceva «ANIMAls», lui sorride e si parla delle possibilità di rilanciarla in qualche modo, inoltre mi dice che se ci riesco, lo avverta, che lui lì ha buono smercio, è zona adatta (e devo dire che la sua edicola è bellissima, quanto a rifornimento).
Così mi pare che da questo dialogo, che finisce con grande speranza e voglia di proseguire il cammino, io ne esca con varie suggestioni. E l'idea che ci devono essere nuovi modi di fare e di vivere. Ma che la crisi economica va affrontata e capita meglio, e anche le nostre scelte e priorità.
Come mi diceva una mia amica ieri: "ho cambiato un po' modo di vivere, invece che uscire cene ecc, andiamo a giocare a ping pong in gruppetto, costa 2 euro all'ora, si beve un bicchiere e parliamo".
Io non ho mai imparato il ping pong, ma:
Buoni propositi a tutti

e buona collaborazione

sabato 21 dicembre 2013

#regala1fumetto Arrivederci, Berlinguer

Il fumetto che abbiamo il piacere di suggerirvi oggi é Arrivederci, Berlinguer, scritto da  Elettra Stamboulis e disegnato da Gianluca Costantini.


Se volete leggere delle parole serie su questo volumetto, vi consiglio un ristorante decisamente migliore di questo, quel Bistrot Babeuf dove si mangiano buone parole sul fumetto tutti i giorni, e anche gratis.
Il mio amore per questo librino è diverso:  ho amato lo spirito dell'autrice, il suo modo di spatolare la sua vita e i suoi ricordi sulla vita di un altro uomo e sulla vita di un paese che non ha mai perso occasione per martoriarsi da solo. Chiaro che poi, come avviene solo nel fumetto e forse nel cinema, una sceneggiatura così onesta, umanamente se non politicamente, finisce per ispirare il disegnatore, che trova la libertà e la motivazione per uscire ad ogni pagina dallo schema espressivo della pagina precedente.

Insomma, chissenefrega della politica, un fumetto bello,come si dice in questi giorni "un fumetto fatto bene".


Leggendo questo, la mente non poteva fare a meno di pensare ad un altro autore che, di questo modo di lavorare, ne ha fatto una bandiera:


Non lo racconto e non lo commento, eludendo l'abitudine di questi giorni di farsi grandi criticando e imbiancando autori e libri ben più grandi di me.
Il Grande Male di David B, resta comunque libro da tenere sempre in più copie a casa, pronto per poter essere regalato a chi ha pregiudizi sul fumetto, o che semplicemente non lo possiede ancora.

venerdì 20 dicembre 2013

#regala1fumetto - una rosa e gli orfani

Il fumetto che ci piace segnalare per farvi fare un regalo diverso è La rosa sepolta.

Tratta un tema attuale e difficile, i bambini soldato.
Ma non è un graphic novel come potreste aspettarvi, non è una molto documentata ma un po' noiosa e dolorosa, raccolta di testimonianze o di storie esemplari, è un vero racconto e in stile perfettamente manga – non a caso lo pubblica Hazard – e questo stile lo rende adatto non solo al pubblico adulto, ma anche a ragazzi giovani, cui vogliate far sapere qualcosa.
La storia è dura, ma è anche una classica storia d'amore, amicizia e avvenimenti drammatici. Molto ben scritta nella prima parte, forse vacilla un poco nel finale, quando la ricostruzione di fatti e sentimenti si complica e forse semplifica troppo. Ma il finale un poco più tradizionale viene compensato da un apparato ricco di informazioni e approfondimenti.
I due autori sono fumettari per passione, li conosco dalle pagine di «Scuola di Fumetto» da qualche anno, Barbara Borlini e Francesco Memo, sono per prima cosa ricercatori universitari e si occupano di città, comunità urbane e condizione femminile e dell'infanzia.
Sui soldati bambini sanno molto, bravi, documentai e seri, ma anche autori di fumetto a tutti gli effetti, e il loro lavoro di ricerca e scrittura di questa storia risale al 2000, seguiteli sul loro blog: larosasepolta 

Ci piace fare qualche collegamento e, se nella letteratura di questo dramma mondiale si è parlato (uno fra tutti Mankell, che non è solo un grande giallista), metto qualche titolo a collegamento.
Oche di Lorena Canottiere, edito da Coconino, è uscito qualche anno fa, e ne parla attraverso uno dei tre protagonisti.

Diversissimo e di recente uscita e dibattito, è Orfani, la nuova serie della Bonelli, scritta da Roberto Recchioni e creata graficamente da Emiliano Mammucari. Attorno a quest'opera si era creata grande attesa, per un suo aspetto di novità, rispetto alle produzioni bonelliane.

Oggi chiaramente si è aperto un acceso dibattito, dove la presenza innovativa del colore, non è al centro, in rapporto agli stilemi narrativi, che più interessano il lettore. Un linguaggio scarno, un fumetto d'azione per raccontare in modo traslato un discorso complesso.
Questa tematica è presente in fumetto che abbiamo visto e scorso in Francia, in apparenza uguale o molto simile alla partenza, ma con tratto e narrazione quasi opposti e di classica impostazione franco-belga, (siamo all'ottava uscita, dunque anche questa è una serie).
Soli, è il titolo, e sono 5 ragazzini costretti a combattere.
Prova che questo argomento urge nelle nostre coscienze.


Epperò queste due storie parallele mettono curiosità, e andrebbe approfondito il confronto, per scoprire meglio che cosa il fumetto seriale stia cercando di fare, e come si possano collegarsi ai drammi di oggi senza perdere l'avventura.

martedì 17 dicembre 2013

#regala1fumetto - Il Dottor Oss

Continua la nostra serie di recensioni e segnalazioni di fumetti da regalare a Natale.
L'abbiamo edito noi, ma è talmente bello e importante che lo recensiamo (no, riportiamo una recensione) tra i vari libri da regalare a Natale.
il Dottor Oss è un avvenimento nella storia del fumetto italiano. Lo è stato alla sua nascita, nel 1964, lo è ora la pubblicazione in volume, un'edizione lussuosa, bella da gustare sempre e figa da piazzare come regalo (prima di tutto a noi stessi).
Mino Milani e Grazia Nidasio uniti e ispirati da Jules Verne... consigliabile non solo per chi l'ha letto all'epoca.


Su Manga forever una recensione che ripubblichiamo qui, molto lieti. (il volume è acquistabile in libreria, sul nostro sito – senza spese di spedizione, per l'Italia – e su diversi negozi online).

«Comic Out si rende protagonista di un importante recupero storico con l’annunciata raccolta in volume di uno dei prodotti più originali e affascinanti dell’epoca d’oro del mitico “Corriere dei Piccoli”, il Dottor Oss.
Dopo una trasposizione del romanzo di Verne, a opera di Mino Milani e Grazia Nidasio, il personaggio ebbe un tale successo da spingere gli autori a creare nuove, inedite avventure. Un vero pezzo di Storia con la “S” maiuscola, insomma, che ora ComicOut presenta in un volume cartonato dal formato 24×34 centimetri, con 120 pagine a colori.
Era tra il 1964 e il 1969 quando Milani e Nidasio, dapprima interpretarono sulle pagine del «Corriere dei Piccoli» le avventure di Docteur Ox di Jules Verne, per poi, avendolo trasformato in un personaggio affascinante e di successo, continuarne le vicende con nuovi episodi che uniscono a un immaginario steampunk e al gusto dell’illustrazione da incisione, l’ironia e la leggerezza dei due autori.

Atteso da anni, arriva finalmente il volume che ripropone l’opera completa, in un’edizione strenna , che riprende la copertina della prima edizione francese del romanzo di Verne. L’opera, che costa € 29,50, è riprodotta dalle tavole originali e con studi inediti. Prefazioni dello stesso Milani, di Alfredo Castelli e di Pierluigi Gaspa».



giovedì 12 dicembre 2013

#regala1fumetto - Benni e Bruce Lee

Ogni tanto fumetto e scrittori-di-parole si incontrano.
Che molti scrittori sono appassionati lettori di fumetto, e ci sarebbe di parlare anche di saggisti e scrittori, quali Umberto Eco e Giampiero Mughini.
Però siamo sempre nella nostra lista di regali di Natale (ad amici o a noi stessi) di natura fumettistica, e dunque ci fermiamo qui sulle analisi generali e invece ci concentriamo su un volume uscito di recente (mi pare a Lucca Comics) per la ancora non molto visibile Mompracem del gruppo Lit.
Il romanziere prestato al fumetto è Stefano Benni, il disegnatore Danilo Maramotti.


È un bel recupero di un fumetto apparso anni fa su «Corto Maltese» e per nulla invecchiato.
Benni lo sappiamo, invecchia poco. I suoi libri sono long seller, sempre letti dalle nuove generazioni. Maramotti mi sembra un autore che ai tempi in cui lo si leggeva su «Linus» e «Corto Maltese» era un poco atipico. Invece oggi il suo segno sembra inserirsi perfettamente nello stile graphic novel, se vogliamo continuare il distinguo tra GN e fumetto.
Ben coordinati, in una storia seria (non aspettatevi Bar Sport) e ben documentata sotto tutti i punti di vista.
Particolarmente interessante il tema, attuale dal punto di vista umano e filosofico e interessante per chi si leggesse la serie Long Wei, sceneggiata da Diego (Diegozilla) Cajelli (ai disegni molti disegnatori diversi, com'è logico, alle copertine Lrnz). Un buon modo di approfondire non solo il mito Bruce Lee, ma quello che gli sta dietro e anche in profondità, nonostante la velocità del racconto.
Maramotti-Benni

La tematica è qui un racconto sulla vita di Bruce Lee, attraverso lo sguardo altro di un allievo della stessa scuola. Long Wei invece piuttosto ripercorre e reinterpreta i film di Bruce Lee. 
Ma quanto gli attori (o gli uomini) assomiglino ai loro ruoli, e quanto i personaggi assomiglino alle creature che li hanno generati, è difficile trovare misura e confine.
Per i lettori di Long Wei la lettura di questo libro potrebbe aprire un'interessante parentesi. Ma anche per chi si interessi di arti marziali orientali, o di meditazione... o semplicemente del senso della vita.
Può far capire le vie della meditazione, ma anche il rapporto con il sapere e la sua diffusione, il suo utilizzo. Bel racconto morale, che potrebbe piacere pure a Leo Ortolani.
Sì, questo appare un fumetto più serio di molti opere dei suoi due autori, concentrato sul tema, asciutto nel linguaggio e con una bella prefazione di Claudio Ferracci, dalla quale potrete scoprire i profondi rapporti di Benni con il fumetto e anche qualcosa in più sulla figura eccessiva e drammatica di Bruce Lee.
LRNZ copertina di Long Wei, articolo su Scuola di Fumetto #90

E poi magari andate a curiosare Long Wei, o vi rivedete i vecchi film originali.

L'Uomo che incontrò Piccolo Drago, di Benni Maramotti, edizioni Mompracem, brossurato, a colori, pp. 72, euro 16,00

mercoledì 11 dicembre 2013

Critici critici o criticati?

La storia:
Un autore ha successo, di pubblico e vendite. Fioccano le polemiche.
Come è ovvio ai tempi di Internet, queste angosce generano altre angosce.
Un articolo in particolare genera un polverone, perché dà voce a due correnti di pensiero: chi che grida "era ora che qualcuno dicesse queste cose" e chi pensa che la critica debba essere in qualche maniera "equilibrata", non pendere esclusivamente da una parte, mai.
Ne ho partecipato anch'io, e preferisco oggi chiarire alcuni punti. Magari potrebbero essere spunto per parlare di fumetto, di critica e di come potremmo farla...
Magari invitando questi critici al prossimo Critical Comics, e allora davvero sarà un incontro stimolante e utile.

Vorrei intanto dire alcune cose a titolo personale:
1) Ben venga chi vuole criticare Zerocalcare. O qualunque autore di fumetto. Chiunque può dire ciò che vuole del fumetto, opere e autori, e qualunque critico può fare critiche negative o positive e portare le sue tesi.
2) Per questa ragione Nicola Villa può chiaramente scrivere ciò che vuole e come vuole. Ci mancherebbe altro. Mi scuso con lui e con tutti se ho dato l'idea che questo atto non fosse gradito. Il fumetto poi può essere anche solo la scusa per dire la propria sulla società o sulle automobili, perché anche questo è critica.
3) Questo non vuol dire anche che chiunque non possa dire qualunque cosa di Villa. O di un critico, così come di un autore. 
Chi scrive ha una sua dignità e il diritto alle sue opinioni. E chiunque può contestare queste opinioni, ma non può negare a nessuno – quali che siano le sue ragioni – il diritto di averle e di esprimerle e delegittimarlo .
4) Non credo al teorema per cui un autore debba obbligatoriamente farsi delle domande e darsi delle risposte sulla sua opera e sulla sua vita. Mi piace pensare che lo faccia nelle sue opere, che siano il suo modo di esprimere le sue idee (molti registi, da Fellini a Moretti – mi pare – l'hanno sempre sostenuto) e, personalmente, quando ho dei dubbi chiedo all'interessato e poi racconto quello che dice. Spesso ha molto da dire, ma non penso che sia un suo dovere ontologico.
5) "Attenti ai troll", evitare di dire o scrivere qualunque cosa che possa essere strumentalizzata da chi è interessato solo a fare polemica sterile è e resta un mio comandamento. 
Questa volta non sono sicura di averlo rispettato, e perciò me ne scuso.
Forse (permettetemi di essere in chiusura un poco ironica, che non mi pare si debba prendere le cose in tragedia) essermi sentita "Mamma-di-Zerocalcare" in alcune sue storie (hm hm, sui computer...) mi avrà fatto difendere il cucciolo, che non ne ha bisogno, ma tant'è... a core de mamma...




La(dy Cocc)ura Scarpa

#regala1fumetto

Come già dicemmo qualche post fa, ci piace l'idea di promuovere libri e fumetti, particolarmente in vista del Natale, ma anche tutto l'anno, perché no? #regala1fumetto !


Perciò, visto che lo spazio sulla nostra rivista «Scuola di Fumetto» è forzatamente limitato, 8 recensioni ogni due mesi, vorremmo usare questo blog per segnalare uscite interessanti, più o meno note.
Dunque chiediamo agli editori di inviarci i pdf dei volumi che vorrebbero segnalare, selezioneremo quanti ci possano parere adatti a questo spazio e di interesse per i lettori.
Mentre non recensiamo mai, sulla rivista, i nostri volumi, qui invece potrà accadere. Vi invitiamo comunque a visitare il nostro sito, dove troverete in vendita novità e volumi del catalogo (quelli non esauriti).

Intanto iniziamo da un libro curioso e sicuramente fuori dalle linee di mercato abituali, anche come editore. Curci Young non è uso a pubblicare fumetti, e questa è una collana piuttosto educativa per bambini e ragazzi.
Ma Alessandro Polito, compositore, pianista, filosofo e insegnante di musica, è anche appassionato di fumetto.

Ecco dunque che svariati anni fa decide di trasformare un suo metodo per imparare a comporre musica in un fumetto che ne aiuti l'approccio. Nel 2008 nasce la striscia Herr Kompositor, per «il Giornale della Musica», colori di Laura Pederzoli (e all'epoca Polito ci scrisse su Scuola di Fumetto, e noi lo sostenemmo).
Da una parte esiste il manuale vero e proprio, con graduali spiegazioni sulla musica e la sua struttura ecc ecc.
Dall'altra un fumetto in cui si alternano spiegazioni in forma di dialogo e divagazioni, che pur di fantasia e simili a episodi di vita, si collegano alle problematiche musicali.

 Il connubio rende più lieve ed empatica la lettura. I piccoli personaggi dalle teste circolari hanno una loro personalità, rafforzata (come direbbe Scott McCloud) dalla semplicità e astrattezza del segno.

Non aspettatevi di leggere un'avventura. Il volume si intitola Herr Kompositor – Scrivi una canzone.
È un manuale, un metodo, un modo per riflettere sulla musica e farla conoscere a giovani e a chi non sa da che parte cominciare. E lo fa con un fumetto, come Eisner raccontava, il fumetto ha tante forme. Avventura, comicità, ma anche a sostegno di spiegazioni tecniche... oggi ha tanti nomi: graphic novel, graphic journalism, ecco questo è un manuale a fumetti, che usa però il racconto e non solo la sequenza.
Più strade per il fumetto (e un  nuovo modo per diventare compositori).
Un libro adatto ai regali di Natale anche fuori dall'ambito degli appassionati.

euro 17,00 pp. 224, colore, brossurato www.edizionicurci.it

E partecipate inviandoci i vostri libri, segnalazioni e commenti.
QUI

lunedì 9 dicembre 2013

Zerocalcare, il successo porta rogne

POICHé QUESTO POST È STATO CENTRO DI POLEMICHE  E TROLL, MODIFICO QUALCHE PUNTO IN MODO PIù CHIARO.
Quando Gipi una cinquina d'anni fa, fece il botto con LMVDM iniziarono polemiche e scritti al ribasso...
L'invidia è una brutta bestia, ma 5 anni fa internet e i net erano ancora diffusi in modo meno capillare.
Ricordo bene che ci stavamo dentro molto, quando creai «ANIMAls», poco dopo, avevo coscienza che occorresse avere i supporti di FB e blog.
Oggi però la vita è sempre più proiettata sugli schermi, ci aggiriamo digitando e leggendo quello che gli altri dicono.
E gli altri possono essere bravissimi oppure stronzi.
Così il successo oggi di Zerocalcare è un suo successo personale, dovuto alla sua capacità di scrittura, di far ridere, di comunicare nei giusti modi, ma certo è stato sostenuto e diffuso da quel telefono senza fili che è la rete.
Da sempre i successi di libri sono di due tipi, mediatici (un grande lancio, il convincimento più o meno occulto che si tratti di grandi autori, pubblicità, mezzucci vari), e l'altro è il passaparola, lo si è visto spesso, e spesso a sorpresa e anche nei libri per ragazzi.  Il passaparola era sempre limitato dal numero di amici che si possono avere, 10, 20? Anche 50 e più, ma insomma... volete mettere le centinaia e migliaia di FB o altro? Perciò oggi io credo che sia il passaparola la grande arma di vittoria, ma la si ottiene conquistandosela. A qualcuno l'opera in questione deve piacere tanto, perché il meccanismo si sviluppi.
Vabbè, in realtà volevo solo parlare dell'invidia e della superficialità che che illumina l'autore quando ha un improvviso successo.
In particolare, credo, nel fumetto, dove non è poi così frequente, ognuno vuole farsi bello dicendo la sua (soprattutto polemizzando).
E parliamo di Zerocalcare, che oggi è al centro dell'attenzione, di molti? Di tutti.




Premesso che lo conosco da tempo e che l'ho conosciuto meglio nell'intervista per il volumetto da noi edito, Michele-Zero evita pubblicità, se non il minimo necessario, ma il suo successo lo deve alle sue storie. Il suo è rapporto personale col pubblico, un pubblico talmente ampio da non coincidere sempre con l'autore.
Ed ecco apparire, non tanto critiche di voci anonime, perché Michele è davvero troppo amato, ma ci sono "critici" che si appoggiano al nome dell'autore famoso per diventare un poco famosi anche loro. E non sono pochi.
E invece no.
Perché almeno occorrerebbe informarsi prima, come chiunque fa critica, di qualsiasi tipo, dovrebbe fare.
Insomma, come recitava un proverbio "Prima de parlà, se tas" e non devo tradurlo, vero?
Qui l'articolo che in questi giorni fa parlare di sé.
Con molti "errori" sgradevoli e frasi offensive, senza valida base critica specificamente fumettistica. Ma noi ci concentriamo solo su quello che più ci riguarda da vicino, lo stile del fumetto.
Zerocalcare è, a pensarci bene, un diretto figlio di Silvia Ziche e di Silver, forse in crescita, migliore di loro ma ancora molto grossolano e non ai livelli di Andrea Pazienza.
E qui mi dovete trovare il collegamento tra Silver (auguri, oggi compie gli anni) e Pazienza, ve ne prego, a parte aver disegnato figure anatomicamente gommose, talvolta.
Come dire questo dolce di panna assomiglia alla meringa ma è ben lontano dalla pasta e fagioli!
Per fortuna che ci ha pensato bene.
Tra l'altro Zerocalcare ha dichiarato più volte le sue letture del fumetto comico francese (è bilingue), come base della sua cultura e ispirazione, assieme al disneyano e a Silvia Ziche.
Non proseguirò molto oltre, ma cito l'ultimo pezzo così chiaramente contestabile (eventuali errori nel corsivo non sono miei, è copia e incolla):
Chi ama e si identifica nei suoi fumetti è cresciuto guardando tutti i film animati della Dysney, guardando in tv gli statici cartoni animati giapponesi (le cosidette anime), giocando ore e ore ai videogiochi e comprando i manga in fumetteria. Chi ama e si identifica nei suoi fumetti ha una vita molto simile a quelle del suo protagonista, le stesse nevrosi e paranoie. Ne condivide anche le serie televisive che creano dipendenza, scaricate da internet e viste la notte nella solitudine della camera da letto in un appartamento di periferia del quale si riesce a pagare faticosamente l’affitto a fine mese. Chi ama e si identifica nei suoi fumetti, preferisce delegare alla propria responsabilità, non reagendo e affidandosi a un universo pop rassicurante e adolescenziale.
I lettori di Zerocalcare sono molto diversi da lui, certamente la maggior parte non frequenta i centri sociali, e MOLTISSIMI (ma certo non sono tra quelli che si mettono in fila per avere il suo disegno) non hanno la sua età, hanno 15, 20, 30, sì, ma anche 40, (e vedevano molte delle serie suddette), 50, 60, spesso lo scoprono segnalato dai figli 30enni, o anche no, ma ridiamo tutti. Informarsi, e anche fare un po' di conti... ovviamente. La grande virtù di Zerocalcare è di aver unificato generazioni e tipologie di lettori, maschi e femmine, ragazzi tatuati e mammecocche, lettori di fumetti e gente che stava solo su internet.
Silvia Ziche  (45 anni) lo abbraccia perché lo ritiene un genio, Cinzia Ghigliano (60) lo trova eccezionale e si sente uguale a sua mamma , Gianfranco Manfredi (65) me lo segnala,entusiasta, più di un anno fa... molti lettori e lettrici hanno la mia età, altri molti anni meno (quelli che fanno le file alle fiere e ci si identificano), è per questo che ora ora è nella top ten.
Dovevamo ringraziare Gipi, 5 anni fa, ora ringraziamo Zero, perché loro fanno bene al fumetto (e anche tanto a noi lettori), come lo hanno fatto Spiegelman e Satrapi.
Poi lo spazio per una critica di analisi ci sta tutto, e ci stanno anche elementi negativi, sì, ma che abbiano valore letterario e serio, non mescoliamoli a stizze e approssimazioni.
Per il resto ha risposto sempre misurato e corretto Zero, QUI.

E per finire qualcosa aldilà di questa questione: i critici vanno rispettati, quando provano le loro asserzioni.
Contestati se non si è d'accordo.
I Troll vanno lasciati nel silenzio. Sempre. (dunque Villa non è un troll).

sabato 7 dicembre 2013

NATALE alle porte #regala1fumetto

Da domani – in questo weekend che dà ufficialmente il via allo shopping natalizio – cominceremo a proporvi (ogni giorno, se ci riusciamo) dei fumetti o dei libri che potrebbero finire come regali di Natale, più ricchi, meno cari e meno inutili di molti oggetti superflui, e spesso più economici.
Perciò chiediamo agli editori (e autori) di mandarci pdf dei volumi che pensano siano interessanti per i lettori e magari meno noti... o particolarmente adatti ad essere un regalo.

Intanto, per chi sta a Roma e dintorni, in questi giorni si conclude + Libri + Liberi, fiera della piccola e media editoria.

Vi trovate editori poco noti, assieme a quelli che stanno in bella vista nelle librerie, ma che qui hanno volumi più insoliti, appena usciti o dell'anno passato e quindi già introvabili.
Noi siamo così piccoli, per ora, da esserci come ospiti – con i nostri ultimi 3 volumi – da Coconino (stand A25, all'ingresso), uno stand doppio, dove l'altra metà è Becco Giallo.
I Becchi Gialli sono tutti a 10 euro, in fiera, Coconino, tra i tanti bei volumi cartacei avrà domani Gipi in carne ed ossa, un incontro alle 18, ma certo tempo per le dediche prima...
Occasioni per andarci.

Anche noi però siamo belli, lì in mezzo.
Il Dottor Oss splende con la sua copertina strenna che riporta con molta ironia all'800 di stile steampunk.
E poi Gipi e Zerocalcare, che si raccontano e svelano matite e segni e sogni dietro ai loro disegni.

Scolaresche guidate a "studiare" Coconino! :) WOW!


Anche a Piacenza al Festival del Fumetto oggi si possono trovare i nostri libri, alla mostra dedicata a molti eroi bonelliani, troverete tanti volumi della serie Lezioni di Fumetto, e numeri della rivista.
Insomma si comincia il grande assalto, e anche in tempo di crisi #regala1fumetto (o regalatelo).

E per i più mangofili oggi e domani:  mestre comics

domenica 1 dicembre 2013

Ultime dal SoBD (Parigi)

Nel quartiere denso di passeggiate pre-natalizie e shopping vario, il SoBD anche la domenica è piuttosto affollato di lettori e appassionati. In Francia non sono rari, lo sappiamo, e appartengono a varie categorie. 
Il SoBD raccoglie però alcuni dei piccoli editori indipendenti tra i più raffinati, e il pubblico è scelto.
L 'offerta è comunque varia, da "vecchie" glorie del fumetto erotico, come Varenne, che qui dedica libri e calendari, a case editrici non più di ragazzini, ma ancora giovani e curiose, come la Cafetière ed editori di manga d'autore.

Mentre continuano gli incontri nelle due sale al primo piano, e tra i tavoli si chiacchiera, sfoglia e comprano volumi, un po' più distante alla fermata della metro Porte Dorée dal nome che quasi evoca personaggi alla Corto Maltese, una bella mostra molto importante, in un palazzo straordinario. La sede nel 1931 padiglione per l'expo Coloniale Internazionale, poi Museo delle Colonie e oggi Museo dell'Immigrazione.

All'interno la mostra si svolge su diversi percorsi, a dire il vero non tutti chiarissimi e forse un poco ripetitivi nella parte centrale. Ma l'inizio presenta 4 grandi firme del fumetto che espatriarono e lavorarono in Paesi lontani dalle loro origini: Eisner, Munoz, McManus, Goscinny (che lavorò in Argentina). Successivamente autori di origine italiana, slava, nordafricana, iraniana... E parliamo di Baru, Bilal, Satrapi...  Altro filone i fumetti che raccontano l'immigrazione (e spesso il razzismo). Infine i nuovi fumettisti immigrati, i problemi dell'espatrio e della lontananza, cosicché è logico e bello terminare con il volume Dove vanno i nostri padri, di Shaun Tan, in Italia edito da 001.


Punti di riflessione per la nostra storia contemporanea e per l'immediato futuro, ma anche sulla possibilità di fare mostre di fumetto che uniscano gli appassionati fedeli e un pubblico generalista (compresi i bambini e gli anziani).